Alzi la mano chi ancora non ha toccato un pezzetto di gelato o chi non l’ha ardentemente desiderato.
Nessuno? Ottimo: ci troviamo tutti in ottima compagnia. Il gelato è uno di quegli alimenti che non solo fa estate, ma un po’ mette anche allegria, parte di momenti speciali di condivisione o di soddisfazione personale.
E spesso, non è nemmeno un peccato così grave, anche se si vorrebbe dimagrire, o si è a dieta.
Il gelato, se fatto bene, è infatti anche sufficientemente equilibrato (con all’interno non solo zuccheri, ma anche una quantità di proteine, grassi buoni e fibra in quantità generalmente più abbondante rispetto alle merende e ai dessert preferiti durante l’inverno).
Un buon gelato contiene infatti latte (generalmente di mucca o di soia), uova, un addensante (ad esempio la farina di semi di carruba), zucchero (saccarosio e fruttosio) e ingredienti differenti a seconda del gusto prescelto.
Allora cominciamo a pensare a come scegliere il gelato migliore.
Un gelato buono per la salute è innanzitutto un gelato che ci piaccia, vissuto con serenità, gioia e buona compagnia: la felicità fa bene al sistema immunitario, al metabolismo e, in generale, a chi ne usa e abusa.
Detto questo, si può passare ad occuparsi delle questioni pratiche, anche all’interno della stessa gelateria: meglio saccarosio (zucchero normale), fruttosio (succo d’agave o altri) o edulcorante?
La risposta è sicuramente il saccarosio: la via metabolica della conversione del glucosio in trigliceridi (grassi) ha infatti un blocco a livello cellulare che al fruttosio manca portando quindi ad un accumulo non controllato di grassi nella cellula.
Il fruttosio sarebbe un ottimo sostituto dello zucchero qualora venisse utilizzato solo come parte della frutta fresca (dove risulta bilanciato dalla presenza di acqua e fibra), mentre nei prodotti dolciari si tende sempre ad esagerare con il suo utilizzo.
Lasciate da parte i dolcificanti artificiali (è una sana abitudine da mettere in atto sempre): il loro utilizzo inganna il cervello mettendo in atto meccanismi compensatori che portano a ingrassare invece che a dimagrire.
Una buona possibilità dolcificante, per quella rara porzione d’italiani non sensibili ai lieviti, potrebbe essere il miele (ben bilanciato tra saccarosio e fruttosio), tuttavia poco utilizzato nella gelateria, anche artigianale.
Il gelato di soia è un buon partito per la linea e la salute, quando ben fatto. Senza grassi idrogenati di vario tipo, infatti, permette a tutti coloro che sono intolleranti alle proteine del latte o al lattosio di scegliere un buon dessert, riducendo il proprio livello infiammatorio di base, anche optando per una crema invece che per il solo sorbetto.
Avere un’idea della propria infiammazione da cibo indirizzerà sulla scelta del gusto anche gli altri: un infiammato da nichel sceglierà ad esempio una crema o una panna (controllando sul libro degli ingredienti l’assenza di grassi idrogenati), mentre un infiammato da lievito potrà optare con maggiore serenità salutistica per un pistacchio o un cioccolato, tenendosi lontano dal gusto “biscotto” o “tiramisù”.
Una massima sempre valida nella scelta della gelateria resta la lettura del libro ingredienti. Di base, meno ce ne sono meglio è: un prodotto meno elaborato è generalmente anche un prodotto un po’ più sano (e, spesso, anche più buono).
Se poi vengono messe a disposizione le quantità di carboidrati, grassi e proteine all’interno del gelato, a parità di ingredienti, sarà meglio scegliere la gelateria con la minore quantità di carboidrati (e quindi di zucchero).
In tal senso, come anche in quello della scelta degli ingredienti, sono generalmente migliori i gelati comprati in gelateria rispetto a quelli da supermercato o “da bar”.
Ultima notazione? Attenzione al contesto: i carboidrati anche a rapido assorbimento, come quelli presenti nel gelato, possono essere mangiati con assoluta serenità, ad esempio, dopo l’attività fisica (fosse anche il gioco in acqua tipico dell’estate al mare). Si tratta infatti di un momento in cui i canali dello zucchero nei muscoli sono aperti e recettivi per trasformare subito lo zucchero in scorta energetica e metabolismo.
C’è differenza tra vivere di dolci (gelati compresi) e concedersi un vizio buono una volta ogni tanto e, quando fatto con intelligenza (preferendo l’assunzione dopo una buona attività fisica o a seguito di un pasto a basso impatto glicemico in cui fosse presente una quota proteica o associandolo ad esempio a noci o nocciole per ridurre l’assorbimento rapido degli zuccheri), anche mangiare un gelato in più può essere meno problematico del solito.
E’ giusto ricordare che la salute viene dalle proprie scelte quotidiane e che un metabolismo che funziona, un organismo che funziona possono prendere con serenità un gelato scelto bene e mangiato con gusto e attenzione. Mangiare gelato tutti i giorni è sconsigliabile. Ma lo è anche privarsi in maniera eccessiva di un momento di possibile gioia o condivisione positiva. Un gelato, ogni tanto e con intelligenza, con una attenzione di riguardo al contenuto e alla gestione degli zuccheri, può solo essere buono.
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