Troppo spesso quando si pensa al dimagrimento la prima cosa che viene proposta è una dieta basata sul computo (e sulla riduzione) delle calorie.

È ormai da molto tempo che questo tipo di approccio è da considerarsi superato, in quanto una caloria introdotta a colazione è “diversa” da una caloria introdotta a cena, ed il corretto bilanciamento dei pasti è più importante che la somma delle calorie che li compongono.

La ricerca si è già espressa in merito, ma continuano ad arrivare conferme di questo anche dagli studi più recenti.

È infatti di Febbraio 2018 la pubblicazione su JAMA di uno studio americano che ha confrontato due strategie dietetiche molto famose e diverse tra loro, al fine di identificare se vi fossero differenze.

È la qualità dei cibi a fare la differenza. Preferire farine integrali, usare una giusta quota proteica, abbondare in frutta e verdura e ridurre gli zuccheri a rapido assorbimento è sempre efficace.

Le due strategie erano una dieta “low fat” (quindi povera di grassi) e una dieta “low carb” (quindi povera di carboidrati).

Per paragonare i risultati, 609 adulti sovrappeso o obesi sono stati divisi casualmente in due gruppi (uno sottoposto alla dieta “low fat” e l’altro che avrebbe seguito la dieta “low carb”).

Entrambi i gruppi hanno ricevuto un monitoraggio nutrizionale per 12 mesi. I due approcci dietetici vedevano una composizione dietetica differente, ma dei punti in comune: a nessuno dei due gruppi era imposta una restrizione calorica ed entrambi utilizzavano carboidrati integrali, abbondante frutta e verdura e puntavano a una drastica riduzione del consumo di zuccheri a rapido assorbimento.

Alla fine dei 12 mesi entrambi i gruppi avevano ottenuto un dimagrimento, senza differenza alcuna tra i due approcci.

Questo sottolinea e dimostra in maniera importante che non è “quantità” o il tipo di approccio, ma la qualità dei cibi a fare la differenza: preferire farine integrali, usare una giusta quota proteica, abbondare in frutta e verdura e ridurre gli zuccheri a rapido assorbimento sono metodi efficaci sempre.

Aggiungere a questi una corretta attività fisica ed un’alimentazione che rispetti il proprio profilo alimentare individuale non può che potenziare gli effetti degli sforzi.

Un ulteriore dato interessante emerso dallo studio è che non si sono trovate correlazioni tra la propria genetica e la risposta alla differente dieta: cercare markers genetici di risposta alla restrizione di carboidrati o grassi è quindi una strada che non ha valenza scientifica.

Di nuovo, qualunque sia la vostra genetica, è puntare sul modo in cui mangiate, puntando sulle buone abitudini di base a fare la differenza.

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