Intolleranze alimentari ed emozioni, avete mai pensato che esiste una correlazione? Di seguito trovate un elenco con le correlazioni alle intolleranze alimentari più comuni:
- Glutine: Solitamente i soggetti che sviluppano questa intolleranza sono persone vissute all’interno di contesti familiari particolarmente “fagocitanti”, dove non è stato facile rivendicare la propria individualità. Potremmo vedere questa intolleranza come il grido di quelle parti bambine che hanno bisogno di essere viste, di essere al centro dell’attenzione, solo che noi dobbiamo recuperare la percezione che prima di essere importanti per gli altri lo dobbiamo essere per noi stessi, in modo da non essere prevaricati. La paura di un coinvolgimento eccessivo può generare la difficoltà di intessere delle relazioni stabili e profonde, facendoci vivere come delle “api” che vanno di fiore in fiore. I sintomi fisici sono a livello gastrico e intestinale.
- Latte: È un’intolleranza legata alla presenza di una madre ansiosa (per paura del distacco, perché ha vissuto un aborto, ha subito violenze, per proteggere la prole) o una assente (perché presa dai suoi problemi lavorativi, esistenziali, dai suoi disagi relazionali). Le persone che si sentono un peso per la madre sviluppano insicurezza e spesso intolleranza verso l’alimento che li ha nutriti, perché si carica di stati emotivi che l’organismo non riesce più a “digerire”. Disturbi digestivi, senso di gonfiore o peso diventano i compagni di vita di queste persone. L’intolleranza al latte, che compare in età adulta, può esprimere un conflitto irrisolto, che si muove tra il bisogno di fusione e quello di autonomia, oppure è l’effetto di una madre ambivalente, o dal comportamento opprimente. Quando si presenta in un neonato, potrebbe essere l’espressione della relazione con una madre depressa, che non riesce ad accudire il figlio. Trovarsi nella condizione di dover eliminare il latte dalla propria dieta vuol dire “stare alla larga” dagli zuccheri che compongono il latte e che simbolicamente, possiamo associare al bisogno di dolcezza/affetto. Chi non ‘digerisce’ il latte presenta quindi un’ambivalenza fra il bisogno di ricevere dolcezza, amore, affetto, e l’impossibilità di accettarla, accoglierla.
- Mela: La correlazione nasce dalla simbologia che associa questo frutto al peccato. Le persone che si sentono in colpa perché hanno atteggiamenti arroganti nei confronti delle persone con cui hanno un legame affettivo più profondo e scagliano su di loro la rabbia inespressa possono sviluppare questa intolleranza che si manifesta con gonfiore a livello addominale o crampi.
- Carne: Fare tante cose contemporaneamente, non riuscire a stare fermi e quando lo si fa sentirsi in ansia, con un forte stato di angoscia, ci può portare a prestare attenzione verso il fare e non il sentire. L’azione ci impedisce di pensare, di ascoltare il disagio che c’è dentro di noi. Quando il corpo non regge più questo meccanismo, in quanto emerge un forte stato di stress e di stanchezza, anche come conseguenza di un sovraccarico energetico del fegato. Questa intolleranza può essere l’espressione di persone che non si concedono nemmeno il tempo per nutrirsi, proprio perché la carne necessita di tempi più lunghi per la masticazione e l’assimilazione.
E tu lo sai a cosa sei intollerante?
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